martedì 30 luglio 2013

Sta andando tutto a rotoli per colpa del cibo.
Sto mettendo in discussione e quindi a repentaglio anche il mio amore, la mia famiglia, il mio lavoro e la corsa per lasciarmi andare a questo male.
Solitudine e cibo.
Rifugio e peccato.
Voglio tornare in me, ma in questo momento sembra più facile lasciarmi cullare dall'onda del male. Consapevole o no.
Ho ripreso peso. Sto perdendo tempo dietro al passato che ritorna. E non voglio trovare la forza di rimettermi in carreggiata. O forse voglio ma mi arrendo al primo ostacolo dimenticando i traguardi, i progressi, le temporanee guarigioni, le ricadute minime e tutto sommato accettabili, le risalite piene di fatica ripagata...sto dimenticando tutto. In nome di un passato che mi vuole ancorata a sé indissolubilmente, a guardare indietro, a vivere di eccessi e privazioni, a credere che ancora qualcosa possa cambiare ma ritrovarmi a pensare che non valga più la pena. Che sono destinata a rimanere una perdente, una con tanti sogni e poche concretezze. Una inconcludente che nemmeno davanti al desiderio di un figlio riesce ad impegnarsi per ottenere un corpo ed una mente sani e forti ma abbastanza snelli ed armoniosi da poter fronteggiare e in seguito superare una gravidanza desiderata, voluta e cercata. E ottenere una fisicità altrettanto desiderata, voluta e cercata.
Forse non ci credo più come all'inizio.
Forse non ci lavoro più su come si deve.
Ma di una cosa sono certa.
La luce del desiderio è ancora lì, da qualche parte, accesa e flebile, come il lumino di Geppetto che cerca Pinocchio nella pancia della balena.
Vorrei solo non sentirmi io quella balena ma per una volta essere l'esile e graziosa fatina che esaudisce non quelli degli altri ma il suo più grande e unico desiderio.

2 commenti:

  1. Come ti capisco..
    Perché siamo così tanto fragili?
    Nonostante tutto ci lasciamo travolgere e soffriamo
    Che stupide..

    Vorrei poterti aiutare..

    Un abbraccio

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  2. Io credo che anche essere una fatina non ti salverebbe da niente. Perchè una cosa che a noi è inconcepibile è scindere vita e cibo. In tutti i sensi. Se anche tu fossi una fatina ora avresti un 'ala spezzata, saresti sporca di fango. Io mi dico sempre che potrei essere un ippopotamo rosa, di quelli con il tutù che ballano in Fantasy della WaltDisnay. Perchè se non altro, quella è è la chiave per arrivare a qualcosa di concreto. Ovvero porre la vita avanti e il fisico un passo indietro.Fin tanto sarà il contrario, anche nei momenti più positivi (perchè quando il peso cala eccome se si è positivi) non si chiuderà mai quella ferita.
    Non esistono guarigioni temporanee. Esistono paliativi, suture e analgesici.
    Su di me, il consiglio migliore che posso darmi nei momenti peggiori è molto "let it be". Quel che viene, come viene, senza impsizioni, per il piacere di farlo...e a volte mi riprendo.
    Svegliati questa mattina, se hai fame mangia se no lascia perdere a quando l'avrai, vai a correre se fa ancora fresco e dai il buon giorno al tuo uomo. Fai quel che senti nella maniera più semplice e meno impositiva che riesci...e forse ritroverai il fuoco senza accontentarti solo del lumino

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